Omeopatia

L’omeopatia, spesso confusa erroneamente con la fitoterapia, è una metodica terapeutica basata sulla legge dei simili che utilizza come materie prime sostanze provenienti dal regno minerale, vegetale e animale in dosaggi tali da non essere più dannosi per l’organismo. La legge dei simili (similia similibus curantur), ricerca l’analogia tra i sintomi della malattia di un paziente e quelli provocati dalla somministrazione di una sostanza naturale ad una persona sana. La sostanza che si prescrive, in genere sotto forma di granuli di saccarosio o gocce o fiale, ha esclusivamente la funzione di stimolare una reazione, deve essere specifica per i disturbi del paziente e può essere somministrata solo da medici esperti dopo un attento interrogatorio.

Diluizione e dinamizzazione aumentano progressivamente l’azione dei medicamenti. Qualunque sostanza o medicamento che agisce sulla vitalità è in grado di determinare un’alterazione dell’equilibrio della Forza Vitale e di conseguenza un cambiamento dello stato di salute della persona. L’azione curativa in medicina omeopatica sfrutta la reazione dell’organismo senza effetti collaterali. Secondo la legge di guarigione, per la caratteristica “centrifuga” della cura omeopatica, si mira a “buttar fuori” la malattia anziché tendere a sopprimerla.

Il dr. Hahnemann diede il nome di “Omeopatia” a questo approccio terapeutico nel XIX secolo e riservò invece il nome di “Allopatia” alla pratica medica secondo la quale per la cura di una malattia devono essere usati quei farmaci che hanno effetto contrario ai sintomi della malattia in atto.

Nelle “vere” guarigioni, dopo la somministrazione del rimedio corretto, il paziente non giunge allo stato di pieno benessere in modo casuale, bensì seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi.

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